Con questa frase inizia la storia dell’incontro tra il Piccolo Principe e l’Aviatore nel noto libro di Saint-Exupery.
Ma con questa stessa frase ha preso anche il via, erano i primi anni ‘80, la nostra storia di teatro.

Eravamo poco più che ragazzini e ci si è conosciuti proprio recitando ad una messa in scena de Il Piccolo Principe.

Mai allora avremmo pensato che quell’episodio rappresentasse la prima tappa di un qualcosa che sarebbe diventata la nostra professione.

Fu quella un’esperienza intensa, profonda, condivisa con persone altrettanto intense e profonde ed ecco che da quell’incontro, è nata una “storia” che dalle pagine dello scrittore pilota, si è man mano dilatata fino a portarci nel 1997 alla nascita di Teatrodaccapo, compagnia professionale di teatro ragazzi.

L’individuazione di tematiche significative, la comicità, il pubblico che negli spettacoli spesso diviene protagonista, questi, fin da subito, gli elementi caratterizzanti le produzioni e la poetica della Compagnia.

Questa stagione ci fa tagliare il traguardo dei vent’anni di lavoro insieme, di incontri, di applausi, di viaggi, di trepidazioni, di stupore, di fatica, di emozioni e di meraviglia. Migliaia di repliche di spettacolo, centinaia di migliaia di bambini e adulti incrociati qui e là nei teatri, nelle scuole e nelle piazze lungo tutto lo stivale.

Tante persone coinvolte lavorativamente in questi vent’anni di attività tra attori, tecnici, scenografi, musicisti, danzatori, illustratori, personale d’ufficio e tutte le professionalità necessarie a formare la grande famiglia dello spettacolo.

In genere quando si vorrebbe nominare tutti si cade facilmente in imperdonabili dimenticanze; ad “ognuno e ad ognuna” dunque il nostro grazie per aver contribuito a percorrere, in modo unico ed irripetibile un pezzo di strada insieme.

Ed oggi vogliamo traghettare questa “storia” verso il futuro, ripartendo “daccapo” come se tutto stesse accadendo… per la prima volta.

Lo facciamo simbolicamente con ogni spettatore incontrato, dal più piccolo al più grande, da chi era bambino a chi torna a rivedere, magari lo stesso spettacolo, con in braccio il suo di bambino.

 

Massimiliano Fenaroli e Marcello Nicoli